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Le scelte educative:
favorire l’interazione.
Nel 1997 si forma sul territorio dell'Istituto Comprensivo
(Parrocchie di Cantoni, Gorno, Oneta, Parre, Ponte Nossa, Ponte Selva, Premolo)
un gruppo di lavoro denominato Laboratorio Interparrocchiale Caritas Famiglia Solidale.
Obiettivi di tale gruppo è leggere la situazione del territorio
relativamente ai minori in difficoltà, aiutare a rendersi consapevoli
le comunità rispetto a tale presenza e progettare iniziative cercando
il confronto e il coordinamento tra tutte le agenzie educative del territorio.
In tale ambito vengono organizzati un primo percorso di formazione
per genitori ed educatori, dei laboratori per i ragazzi
e una riflessione sul disagio minorile
(da un confronto a tutto campo, si fanno alcune riflessioni:
sul territorio non sono presenti minori con disagi dichiarati e gravi;
tutti gli interpellati invece rilevano la presenza di un disagio diffuso,
che si esprime soprattutto con rapporti conflittuali e “irrispettosi”
tra i ragazzi stessi e con il mondo adulto; dal primo percorso di formazione
emerge che tale “disagio” è soprattutto il risultato di un “disagio” educativo del mondo adulto).
Nel 1998 il Comune di Oneta (come comune capofila di Gorno, Oneta, Parre, Ponte Nossa, Premolo)
ottiene un finanziamento per interventi sulla prevenzione delle dipendenze giovanili
e per combattere le dipendenze stesse.
E' a questo punto che le due realtà (una più intercomunale e l'altra più interparrocchiale)
si incontrano e, trovando disponibilità anche da parte del mondo della scuola
(soprattutto, allora, del Circolo Didattico), si fanno promotrici
del progetto “Insieme è meglio”, sul disagio giovanile.
Inizia così un progetto di coinvolgimento delle realtà istituzionali e non
del comprensorio dei comuni di Gorno, Oneta, Ponte Nossa, Premolo, Parre
intorno ai problemi educativi e di relazione.
Si costituisce un gruppo zonale di riferimento per le politiche giovanili.
Un tavolo di confronto
Amministratoti pubblici, referenti delle scuole, parroci, gruppi e associazioni
con finalità educative si ritrovano attorno ad un tavolo operativo
per confrontarsi sulla lettura del fenomeno giovanile nella zona,
condividono le reciproche iniziative e le motivazioni che le animano,
prendono atto delle risorse umane e di mezzi disponibili
e cominciano a lavorare in un'ottica di rete.
Un logo
Realizzano un logo del progetto (un filo che lega cinque perle colorate)
che, accompagnando le diverse iniziative, possa far percepire alla popolazione
il tentativo di operare in ottica di comunità.
Una scelta strategica
Al tavolo di discussione e progettazione viene fatta la scelta strategica
di partire dall'esistente, valorizzando quanto è già in atto sul territorio
e sostenendolo, piuttosto che porre interventi estemporanei.
Il progetto permette da allora una quantità d'iniziative e a tutt'oggi
continua in una logica di collaborazione educativa fra adulti
in vista di una Comunità educante.
Consulenza
Nell'ambito del progetto viene condiviso e finanziato
lo “Sportello scuola”, servizio di consulenza psicopedagogica per docenti e famiglie,
la presenza di animatori sociali professionali nell'ambito dei laboratori settimanali
per ragazzi della scuola dell'obbligo.
E' condiviso anche l'obiettivo educativo comune e la necessità di formazione per tutti gli educatori.
Coordinamento
Il coordinamento del progetto è affidato ad un gruppo di lavoro intercomunale.
All'interno del progetto nasce anche un'Associazione Organizzazione
Non Lucrativa di Utilità Sociale, (Associazione insieme è meglio
Laboratorio Interparrocchiale Caritas Famiglia Solidale ONLUS),
che permetta di essere riconosciuti, secondo la normativa vigente,
anche come volontariato del territorio che collabora con le Istituzioni civili.
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PROSSIMI APPUNTAMENTI
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